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Il tenente Alceste Mainardis, comandante della 270ª Compagnia del Val Fella, ha scritto questo diario in terza persona, lasciando inalterati i nomi di alcuni personaggi e cambiando leggermente quelli dei maggiori protagonisti, ma in modo tale da renderli facilmente identificabili. Questo per la modestia dell'autore che non ha voluto attribuire a sé il merito di aver comandato con perizia, umanità e grande valore un'unità alpina che ha scritto con il sangue una pagina di Storia della sciagurata Campagna di Grecia. Il libro è dedicato al tenente Mainardis, alias "Masso", al sottotenente Fantini, facilmente identificabile con il valoroso Aldo Fantina, Medaglia d'Oro al Valor Militare e agli altri umili protagonisti della 270ª Compagnia del Battaglione Val Fella (che nel diario è identificato con la 27ª Compagnia al posto della 270ª della realtà), affinché le loro sofferenze ed il loro sacrificio non cadano nell'oblio.